Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


Storia della Calabria

Papa Wojtyla e la Calabria

Sarebbe superfluo aggiungere altro al fiume di commenti e all'emozione universale che la scomparsa di Giovanni Paolo II ha suscitato.
Tuttavia, sentiamo la necessità di rendere una personale testimonianza ed esprimere un modesto pensiero di riconoscenza a " Il Grande" che con la sua presenza nel 1984 ha onorato anche la Calabria.
Ancor prima di visitare la Regione, egli aveva manifestato il suo legame con Paola, patria del Santo Fraticello che a somiglianza del Redentore amò il prossimo più di se stesso.
Nella pubblicazione "Storia e folklore calabrese" del luglio 1988 avevamo dedicato cinque pagine all'autentico Apostolo delle Genti che, dopo la sua venuta a Reggio, ci aveva convocati a Roma. Successivamente, il 12 giugno 1988 - concludendo il XXI Congresso Eucaristico Nazionale nel nostro capoluogo di provincia, si era interessato ancora una volta dei gravi ed annosi problemi meridionali.
Nel discorso del 1° giugno 1985 il Pontefice aveva affermato: "Voglio sperare, che voi non mancherete di rileggere la storia religiosa della vostra Regione, che ha accolto il messaggio cristiano fin dal primo secolo, alla luce splendente dei Santi calabresi che hanno forgiato generazioni di cristiani secondo lo spirito del Vangelo e della Croce di Gesù Cristo. Come non rievocare alcune figure emblematiche che ebbi occasione di venerare nel corso della mia visita: S. Nilo e S. Bartolomeo, illustri rappresentanti del Monachesimo Cenobitico; S. Bruno, che diede impulso in Calabria al Monachesimo Certosino, fondando quella splendida Certosa, che ancora porto davanti al mio sguardo; S. Francesco di Paola, il Santo dell'umiltà e della carità, sempre vicino al cuore della gente!
Gli alti esempi di questi Santi luminosi e sempre attuali devono costituire uno stimolo costante per quella animazione cristiana e sociale della Calabria, oggi non meno dei tempi passati, bisognosa di uomini e donne che sappiano testimoniare con coraggio l'impegno per una rinascita spirituale".
Ed ancora, così ribadiva il concetto: "Ma, i Santi calabresi, soprattutto San Francesco di Paola, non hanno disatteso l'impegno sociale, anzi non hanno lasciato occasione per porsi a servizio e a sollievo dei poveri, dei deboli, dei malati. Oggi il problema sociale, che tocca la Calabria, va sotto il nome più vasto di "questione meridionale". Si tratta dei problemi riguardanti le differenti condizioni di vita delle popolazioni meridionali e quelle più specificamente calabresi, gli aspetti relativi alla vita morale e religiosa, ed alla coerenza nei comportamenti privati e pubblici, le preoccupazioni sociali relative alla disoccupazione, specialmente quella giovanile e intellettuale, ed il problema di fondo di un più vasto ed omogeneo sviluppo economico, che riguarda non solo la Calabria ma tutte le Regioni del Mezzogiorno d'Italia".
Seguiva l'analisi degli impegni, che ogni buon cattolico avrebbe dovuto assolvere per la nostra rinascita, e che si sarebbero concretizzati nel pieno rispetto dell'uomo: un chiaro esempio egli l'ha dimostrato con la sua condotta personale.
A prescindere da ogni singolare coincidenza e certi che sia stato un premio divino, dobbiamo constatare che Carlo Wojtyla è tornato alla Casa del Padre proprio il 2 aprile, ricorrenza di S. Francesco di Paola! Ad attenderlo in Cielo vi era dunque, fra i tanti Beati, il nostro taumaturgo che durante la sua lunga vita fu al servizio dei poveri e dei lavoratori a quei tempi vittime delle angherie dei baroni locali. (Ci si conceda di aggiungere una nota personale: la devozione per il Santo ha portato anche noi a coronare il sogno d'amore, nel 1963, presso il suggestivo Santuario di Paola).
Le nostre occasioni d'incontro e le corrispondenze col "Grande" Papa sono state diverse, ma ci soffermiamo a due momenti significativi.
L'amore filiale verso la Madonna di Giovanni Paolo II ("Totus Tuus ego sum") era così profondo da consacrarLe l'anno 1987, al fine di ricondurre al Suo Cuore Immacolato di Madre il mondo inquieto.
Anche noi, sensibilizzati dall'eccezionale evento e perché ci siamo sempre sentiti vicini alla Santa Vergine, (la nostra data di nascita, avvenuta a S. Martino di Taurianova - R.C. - in un anno di giubileo straordinario, coincide con il giorno memorabile dell'Incarnazione del Signore), inviammo al Sommo Pontefice copia del nostro lavoro "Maria nel Vangelo e nella pietà popolare calabrese".
La risposta non si fece attendere.
Il 14 marzo 1987, l'Assessore Mons. G. B. Re della Segreteria di Stato del Vaticano ci comunicava: "E' pervenuta al Santo Padre la cortese lettera che Ella, con delicato pensiero, Gli ha indirizzato in data 2.03.1987, a cui era unita in dono una sua apprezzata pubblicazione. Sua Santità mi incarica di manifestarLe sinceramente riconoscenza per il gentile omaggio e per i sentimenti di filiale venerazione che l'hanno suggerito, mentre di cuore Le imparte la Benedizione Apostolica, propiziatrice della divina assistenza su di Lei e sui familiari".
Nell'estremo messaggio ai fedeli del marzo 2005, in cui si ricorda che "è l'amore che dona la pace", il Papa ha sottolineato: "La solennità liturgica dell'Annunciazione ci spinge a contemplare con gli occhi di Maria l'immenso mistero di questo amore misericordioso che scaturisce dal Cuore di Cristo. Aiutati da Lei possiamo comprendere il senso vero della gioia pasquale, che si fonda su questa certezza: Colui che la Vergine ha portato nel suo grembo, che ha patito ed è morto per noi, è veramente risorto. Alleluia!". E sulla sua semplice bara di cipresso l'8 aprile 2005 è stata impressa la sigla mariana.
La presenza del Papa - nel 1990 - fra le miserie e le ingiustizie partenopee, nonché la sua coraggiosa denuncia della carenza di strutture e di servizi pubblici, aveva stimolato i nostri alunni a svolgere spontaneamente un proficuo lavoro di gruppo. Al termine scrissero al Vicario di Cristo: "Santo Padre, siamo gli alunni di 5^ A della scuola elementare di S. Martino, in provincia di Reggio Calabria, e desideriamo esprimere la nostra riconoscenza per la Vostra nuova visita nel Meridione.
I problemi di Napoli sono gli stessi nostri problemi, frutto di un secolare abbandono, di contrasti, ipocrisia ed incomprensione.
La loro soluzione si presenta molto difficile poiché è compito essenziale dello Stato modificare il sistema di operare nel rispetto dei diritti di ogni cittadino.
Diversamente pure chi compie il proprio dovere finirà con l'essere umiliato e sfruttato.
Noi crediamo nella grande autorità della Vostra parola che potrà scuotere gli animi tiepidi e l'indifferenza generale, invitando tutti a collaborare alla rinascita della nostra tormentata società.
Le marce per la pace e le strette di mano senza un perdono sincero ed un'autentica testimonianza di fede, si riducono a pure formalità.
I nostri giovani migliori sono costretti ad abbandonare la Terra d'origine, anche dopo una vita dedicata agli studi, per le ingiustizie sociali e le raccomandazioni che favoriscono chi s'impone con la violenza e chi è legato ai carri politici.
Soltanto il pieno rispetto dell'uomo e un'effettiva e onesta occupazione potranno riscattarci dai soprusi e dalla barbarie.
Noi non vogliamo alcuna forma di assistenzialismo, ma chiediamo la valorizzazione della tenace laboriosità della nostra gente.
Gradiremmo che fedeli e religiosi diffondessero meglio l'esempio sublime dei Santi calabresi, come S. Francesco di Paola e i Servi di Dio don Francesco Mottola e Padre Gaetano Catanoso, nonché di quanti hanno sacrificato la loro esistenza per l'amore del prossimo.
Certi che il buon seme da Voi generosamente sparso troverà un terreno pronto ad accoglierlo e che produrrà quindi copiosi frutti, chiediamo l'Apostolica Benedizione".
La lettera è stata anche pubblicata dal mensile del Consiglio Regionale: "Calabria" (Anno XVIII - N.S. - Dicembre 1990).
Il 29 novembre 1990 l'Assessore Mons. C. Sepe della Segreteria di Stato del Vaticano rispondeva: "Cari alunni, il Santo Padre ha accolto con sincero gradimento la lettera che Gli avete indirizzato il 16 novembre corrente, per esprimergli sentimenti di devoto affetto.
Nel manifestarvi la Sua riconoscenza per tale attestato di ossequio, Egli augura a ciascuno di voi prosperità e gioia nel quotidiano esercizio dell'amore verso Dio e verso il prossimo, e di cuore vi imparte la Benedizione Apostolica, che volentieri estende ai vostri familiari, all'insegnante ed a tutte le persone che vi sono care.
Anch'io vi invio il mio saluto, auspicando ogni bene nel Signore".
Appare evidente come i problemi del passato siano ancora di viva attualità!
Se - dunque - anche noi calabresi ci siamo mobilitati per rendere omaggio alla salma del Papa, ciò ha rappresentato un atto di doveroso omaggio da tutti ammirato e condiviso.


Servizi di Domenico Caruso su "Giovanni Paolo II e la Calabria" sono stati pubblicati su:

  1. "I Calabresi nel Mondo" - Rivista mensile d'informazione della Regione Calabria - (Anno VI n. 4 - Aprile 2005) - da pag. 11 a pag. 15. Si può leggere il servizio anche su: http://www.regione.calabria.it/icalabresinelmondo.
  2. "Storicittà" - Rivista d'altri tempi - Lamezia Terme (CZ) - Anno XIV n. 132 - Aprile 2005 - da pag. 182 a pag. 184.
  3. "L'Aurora" - Mensile per la ricerca scientifica dei fenomeni supernormali - Camerino (Macerata) - Anno 54° n. 525 - Aprile 2005 - pag. 2.
  4. "La Piana" - Mensile di informazione, attualità, cultura, politica e spettacolo - Palmi (RC) - Anno IV n. 5 - Maggio 2005 - intera pag. 34.

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