Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


Storia della Calabria

Il Beato Padre Catanoso

        
L'educazione ricevuta durante la prima infanzia può condizionare il ruolo che si assume nella vita, poiché le emozioni e i sentimenti di quel periodo rimangono indelebili nella memoria.
Da bambini, negli anni trenta, abbiamo frequentato la scuola materna istituita a S. Martino di Taurianova (Reggio Cal.) da Don Gaetano Catanoso e dalla Suore Veroniche abbiamo appreso parole e buoni esempi d'ispirazione evangelica. L'umile figura del Padre fondatore, che spesso veniva a farci visita, ha contribuito alla formazione del nostro carattere come pure la nostra devozione per Maria ha avuto origini da quegli incontri salutari.
L'invito di Gesù: "Sinite parvulos venire ad me" costituiva parte del vasto programma che il Servo di Dio aveva in mente di attuare per piccoli, infermi ed emarginati. Non è stata una sorpresa, quindi, se il 4 maggio 1997 il Pontefice, a 34 anni dalla morte, ha proposto al culto della Chiesa locale l'eccezionale Testimone del nostro tempo.
L'illustre conterraneo, nato a Chorio di S. Lorenzo (R.C.) il 14 febbraio 1879 - terzogenito di nove figli - e deceduto a Reggio Calabria il 4 aprile 1963, aveva fatto del comandamento dell'amore la sintesi e il vertice della sua esistenza. Mai stanco di pregare, tutti lo ricordiamo sorridente col Rosario in mano e disponibile sempre. A ragione domenica 4 maggio, al termine della Santa Messa, alle autorità e ai numerosi pellegrini convenuti in Piazza San Pietro, Papa Vojtyla non si stancava di ripetere: "Avete avuto, molti di voi, la fortuna di conoscere un Padre che riempiva dei contenuti più alti questo termine. Quanti lo incontravano sentivano in lui il profumo di Cristo".
"Facciamo tutto nel nome del Signore" - ripeteva don Catanoso, ed ancora: "Signore, mostrateci il Vostro volto e saremo salvi; Deo gratias!".
Entrato nel Seminario Arcivescovile di Reggio Cal. nel 1889, ricevette l'Ordinazione sacerdotale il 20 settembre 1902 dal Cardinale Gennaro Portanova. Fino al marzo 1904 rimase Prefetto d'Ordine del Chiericato e per diciassette anni venne nominato parroco a Pentidattilo, disagiata località montana del versante ionico. Fu chiamato, quindi, a succedere a don Salvatore De Lorenzo nella Chiesa della Purificazione (Candelora) di Reggio Cal. rimanendovi fino al 1940, allorquando ricevette l'incarico di penitenziere.
Poiché il De Lorenzo aveva fatto testamento lasciando a don Luigi Orione la "Collina degli Angeli", Padre Catanoso non solo eseguì l'atto nell'aspetto legale, ma sostenne il suo compimento morale: è sorta così l' "Opera Antoniana delle Calabrie".
Per l'occasione nacque fra il futuro Beato Orione e il canonico Catanoso un'autentica amicizia fondata sull'identità dei loro ideali.
La vita sacerdotale di Catanoso è stata un continuo cammino alla ricerca delle anime; egli stesso si riteneva Missionario del Volto Santo e Giovanni Paolo II, durante la cerimonia di beatificazione, lo ha definito: "Padre dei poveri e degli abbandonati".
E' l'ideale che ha voluto fosse proseguito dalla Congregazione religiosa da lui fondata: Suore Veroniche del Volto Santo. La finalità della missione appare nella stessa denominazione: come la Veronica, anche le Figlie spirituali avrebbero consolato e asciugato il Cristo straziato, presente in tutti i crocifissi della vita.
Padre Catanoso sosteneva: "La devozione del Volto Santo si concentra nel sacro velo della Veronica. Ma se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù, non l'immagine sola, questo Volto noi lo troviamo nell'Eucaristia".
"Il granellino di senape", ha scritto lo stesso fondatore, "restò sotterrato per ben dieci anni, e cioè dal 1924 al 1934", durante i quali molte anime generose si offrirono per la sua realizzazione. Così, il 2 dicembre 1934 una piccola casa presso la Chiesa parrocchiale di S. Paolo accolse le prime tre postulanti e l'anno seguente, nella Chiesa del Sacro Cuore - nel Monastero della Visitazione - si svolse la benedizione dell'abito delle prime sei suore.
Il buon seme cominciava a produrre abbondanti frutti e le case hanno superato i confini dell'Arcidiocesi reggina, raggiungendo i luoghi più disagiati: "Voi dovete andare nei centri più abbandonati", esortava alla Suore il Padre, "là dove altre Congregazioni rifiutano di andare. Il vostro lavoro è quello di raccogliere le spighe sfuggite ai mietitori".
Capolavoro e coronamento dell'attività di P. Catanoso è il Santuario del Volto Santo: "Le anime stanche verranno qui, sarà rifugio per le anime, troveranno qui con lui la pace".
E' stato un buon profeta! In quel sacro luogo, dopo il felice trapasso avvenuto nella sua diletta Reggio il 4 aprile 1963, sono state gelosamente custodite le ossa benedette del più umile e più grande Figlio della nostra Terra, il solo che potrà riscattarci dalla solitudine e dall'abbandono, dalla fame e dal disprezzo, il Santo che dopo Francesco di Paola ci onora nel mondo. La Calabria attendeva questo giorno: la fiaccola accesa con la Beatificazione di Padre Catanoso fornirà più luce al cammino delle Suore Veroniche e la carità evangelica diverrà meravigliosa certezza.
Gli studiosi della Bibbia hanno rilevato che il libro per eccellenza, d'ispirazione divina, ruota sull'asse maternità della donna - Messia Salvatore. Ne è conferma il messaggio del Concilio Vaticano II dell'8 dicembre 1965: "Donne di tutto l'universo, cristiane e non credenti, a voi, che avete avuto in consegna la vita in questo momento della storia, il compito di salvare la pace nel mondo". Tale privilegio è stato tenuto in grande considerazione da Padre Catanoso che nell' "Ora Eucaristica Sacerdotale" ha descritto il ministro di Dio come creazione dell'amore infinito. Quest'ultimo, oltre a somigliare a Gesù, deve scegliere per modello la Madre Celeste: "Perché il sacerdote sia veramente l'uomo di Dio, è necessario che si metta sotto la protezione della Vergine".
Caratteristico alla spiritualità di P. Catanoso è l'accostarsi all'Eucaristia sotto la guida di Maria e pregarLa incessantemente.
P. Basilio Guzzo, nei riguardi di Catanoso arriva a questa conclusione: "Unica sorgente: Dio. Lui, anima di Dio, Lo esprimeva con quella frase che ripeteva mille volte al giorno: In Domino! Ma c'era anche un'altra luminosa sorgente dove il piissimo sacerdote dissetava la sua sete d'amore. E questa era la Madonna. Non è un mistero e non una novità se affermiamo che la sua vita la trascorse con il Rosario in mano".
In tale atteggiamento era ritratto nell'arazzo che il 4 maggio 1997 troneggiava nella celebre Piazza del Vaticano, così è riprodotta la sacra effigie del Beato per la solennità liturgica che si svolgerà a Reggio il 20 settembre nel Santuario del Volto Santo.

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