Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


Lettere e contributi

L'Arciprete Celano

Dal pregevole opuscolo edito nel novembre 1998: Angelina Varone ricorda l'Arciprete D. Giulio Celano, riportiamo e adattiamo i punti essenziali:

"L'Arciprete D. Giulio Celano giunse nel nostro paese nell'anno 1900, quando ancora i miei genitori erano bambini.
Era giovane, pieno di entusiasmo e di spirito missionario per la corretta guida delle anime a lui affidate.
Nei primi anni volle restaurare la chiesa, completandola di pavimento e di soffitto. A tale scopo ottenne anche l'aiuto di persone generose al di fuori della parrocchia.
Don Giulio pervenne a S. Martino unitamente ai genitori e alla sorella, che per parecchio tempo gli fu vicina. L'improvvisa morte dell'adorata madre, alla quale era particolarmente legato, costituì il suo primo dolore. Al termine di ogni celebrazione eucaristica era lei ad andare incontro al figlio prescelto dal Signore per baciargli la mano e, con una commovente gara d'affetto, varcavano entrambi la soglia domestica. Fin dalla prima infanzia ricordo la notorietà dell'esemplare sacerdote, Padre - amico e benefattore di tutti.
La sua attività principale riguardava senz'altro il ministero sacerdotale ma, avendo in precedenza conseguito il dottorato in medicina, si prestava generosamente alla cura degli infermi. Entrava nelle case di ognuno, anche e soprattutto dei più umili, per i primi soccorsi nonché per consigliare e confortare. La sua bravura e la sua disponibilità erano veramente eccezionali. Per tale opera non accettò mai alcun compenso. Anch'io mi sento orgogliosa di poter testimoniare d'aver ricevuto l'assistenza di don Giulio nel periodo di malattia. Non dimentichiamo che, fin quasi gli anni trenta, mancava nel paese la presenza di un medico e bisognava ricorrere a Taurianova in caso di necessità.
Don Giulio proveniva da una distinta famiglia e si comportava con tutti in modo signorile.
A motivo delle sua profonda formazione teologica, per parecchi anni svolse con successo l'incarico di direttore dell'Educandato di Mileto, pur non trascurando mai la propria parrocchia.
Zelante nelle ricorrenze religiose e assiduo nella confessione, fu mio direttore spirituale fino a pochi mesi dalla morte avvenuta il 28 settembre 1945.
Nelle processioni don Giulio faceva partecipare i bambini ed in alcune sacre funzioni le femminucce vestite di bianco e con il velo in testa. Amava il canto e insegnava ai piccoli tante belle canzoncine. Istituì a S. Martino la Confraternita dell'Immacolata, formata dagli uomini che nelle solenni ricorrenze prestavano con entusiasmo la loro opera in abito candido e il medaglione sul petto.
Sempre impegnato in azioni benefiche, non deludeva mai chi ricorreva al suo aiuto per un ricovero in ospedale o per una qualsiasi altra necessità.
Durante il terremoto del 1908, che aveva danneggiato anche la nostra chiesa, don Giulio fu costretto a celebrare la Messa in un'abitazione privata della via Tre Croci o addirittura all'aperto.
Nel 1927 volle fornire la chiesa di un armonium, che per numerosi anni venne suonato dal sig. Rocco Caruso, collocatore del paese.
Nel luglio 1939 la repentina scomparsa della giovane sorella, che gli teneva compagnia, lo colpì amaramente. A coprire il vuoto vennero ad abitare con lui il fratello cav. Vincenzo, primo ufficiale di dogana in pensione, assieme alla moglie e alle tre figlie. Tra queste ultime, la nipote Vittoria accudì lo zio e lo aiutò nelle mansioni del tempio fino al termine del servizio pastorale causato dall'inesorabile male. L'intera cittadinanza pianse la scomparsa dell'amato sacerdote, ricordando con devozione la sua nobiltà d'animo".
Angelina Varone

(N.d.R. - La figura di don Giulio Celano viene trattata nella sezione “Storia della Calabria”. L'organista menzionato nel presente servizio, Rocco Caruso, era mio padre).

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