Storia e Folklore Calabrese

di Domenico Caruso


Poesia dialettale

Il patrimonio culturale di un àmbito del territorio - secondo alcuni - riveste scarsa importanza, mentre appare sempre più evidente come la somma dei valori umani e spirituali delle diverse località - che si trasmettono in special modo con il linguaggio - caratterizzino l'identità di una nazione.
Così, anche se meno conosciuta, la poesia dialettale rappresenta l'espressione immediata dei nostri sentimenti e l'interesse sempre maggiore per il canto popolare lo conferma.
Non dimentichiamo che la Calabria è depositaria di quell'inconfondibile cultura classica, tenuta in alto dai suoi figli migliori e che per secoli ha dominato il mondo.
Basta scorrere la nostra letteratura dell'Ottocento per riscoprire il dinamico sacerdote Vincenzo Padula di Acri, dalla cui anima ribelle "nascono versi di argentea vitalità e di plastica energia" (Flora); oppure è sufficiente ripercorrere i secoli precedenti per gustare la mirabile sensibilità di "Donnu Pantu", vale a dire l'autentica poesia del prete apriglianese Domenico Piro - che mettendo da parte la sua notevole cultura neoclassica - predilige l'espressiva "lingua" calabrese. Ma la poesia dialettale non conosce tempo: Giovanni Conìa - eccezionale interprete della religiosità popolare, Vincenzo Ammirà - la cui verve nell'eros raggiunge un sano realismo, Bruno Pelaggi, Michele Pane, Vittorio Butera, Michele De Marco (Ciardullo) e tanti altri, con la loro pregevole opera onorano la Calabria.

Si autorizza la pubblicazione su Internet dei contenuti del presente sito, previa esplicita citazione della fonte.

Copyright © 1996 Domenico Caruso